Nel 2004 nasceva con l'obiettivo di rompere il monopolio di Microsoft nel software e portare l'open source nelle case di tutti. Nove Linux su 10 sono Ubuntu
DALLO scorso giovedì è disponibile Ubuntu 14.10, la ventunesima declinazione di Linux partorita dai laboratori di Canonical. È anche la versione che segna il decimo anno di vita di questo progetto nato, per usare le parole di Mark Shuttleworth, il suo creatore, per correggere il "bug" numero uno del settore dell'informatica: il monopolio di Microsoft nel mercato.
Dieci anni di Ubuntu. Quando nacque, nell'ottobre 2004, Ubuntu aveva come obiettivo la creazione di una distribuzione Linux indirizzata agli utenti di tutti i giorni. La stessa parola scelta come nome del progetto - un'antica parola africana che significa "umanità verso altri" - serviva ad identificare il proposito di "portare il software libero nel mercato di massa: ai vostri nonni, ai vostri nipoti e ai vostri amici". Ubuntu fu una ventata di aria fresca nel panorama piuttosto grigio del Linux di quei tempi: l'installazione era semplice, i software selezionati erano quelli giusti, le funzionalità a misura di utente. Con il passare del tempo Ubuntu è diventata sempre più elegante, ha introdotto nuove interfacce e il supporto all'hardware è diventato sempre più efficiente, e già dal 2008 permetteva, senza nessun intervento esperto, di far coesistere un sistema Windows accanto ad un sistema Linux sullo stesso computer.
Distribuzione popolare. Ubuntu, secondo i dati comunicati da Canonical al sito d'informazione tecnologica Ars Technica, è ora utilizzata da 25 milioni di utenti in tutto il mondo e detiene il 90 per cento del mercato Linux. Presto sbarcherà sui dispositivi post-Pc: Ubuntu Touch, la versione per smartphone e tablet presentata lo scorso ottobre, è pronta e i primi telefoni dovrebbero essere messi in vendita dalla cinese Meizu in tempo per i regali di Natale. Stesso successo sul cloud: il 60 per cento delle installazioni Linux del più popolare servizio di infrastrutture cloud (Amazon) sono marchiate Ubuntu. Da semplice distribuzione per desktop, Ubuntu è oggi diventato un vero e proprio ecosistema open source e, almeno sul cloud, in diretta concorrenza con Microsoft, Google e Apple.
Le novità. La versione 14.10, sempre gratuita e sempre disponibile in edizione per desktop o in edizione per server e cloud, si pone sulla stessa strada. I miglioramenti per gli utenti desktop sono concentrati soprattutto sul miglioramento della stabilità del sistema e sulla sua sicurezza, con tutti i software aggiornati alle ultime versioni disponibili. Gli sviluppatori potranno beneficiare del nuovo Developer Tools Centre, un software in grado di creare con pochi clic un ambiente di programmazione completo di tool e servizi (funziona solo per Android, al momento). Profondi miglioramenti invece nella piattaforma Cloud, che si conferma una delle più complete disponibili sul mercato.
Ubuntu nel panorama dell'open source. Sebbene non introduca decisive novità, questa versione del decennale, nome di sviluppo "unicorno utopista", sta a dimostrare come il progetto iniziale di un Linux per gli "esseri umani" non era solo felice utopia. Oggi il bug numero uno è stato corretto, e in parte anche grazie ad Ubuntu: prima gli smartphone e poi i software che sono alla base delle principali infrastrutture Cloud hanno decretato il successo del modello del software libero. Android, pur nelle contraddizioni imposte da Google, è il software più presente su piattaforme mobile e Ubuntu vanta oltre la metà delle installazioni di OpenStack, il diffuso cloud computing open source. Linux e Windows non sono più mondi lontani tanto che solo alcuni giorni fa il CEO di Microsoft ha potuto dichiarare, senza suscitare troppo clamore, che "Microsoft ama Linux". Più software libero e gratuito a disposizione di tutti significa accelerare l'innovazione, abilitare le tecnologie non solo a una piccola parte del mondo e, come disse una volta il "grande filosofo" del software libero Richard Stallman, "favorire la libertà di collaborare con gli altri che è importante per avere una buona società in cui vivere". Ubuntu, in questo processo, non ha avuto una ruolo di secondo piano.
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